Carta ucraina, nel poker tra Europa, Usa e Russia

Anche Zelensky si è detto pronto trattative dirette con il Cremlino anche se in una intervista rilasciata a Le Figaro ha voluto mettere in chiaro che la priorità per Kiev resta quella dell’entrata il prima possibile nell’Alleanza Atlantica dimostrando di voler tenere dentro nella trattativa, e con tutti e due i piedi, Joe Biden.

Mosca non ha dato ancora il semaforo verde all’incontro tra i due presidenti, troppe fresche sono le nuove sanzioni comminate da Washington a suoi danni, ma Dmitry Peskov, portavoce ufficiale del Cremlino, ha fatto capire in tutti modi che non esistono problemi di sorta per un vertice tra i leaders delle due due potenze nucleari (“Guardiamo positivamente a una tale evenienza” ha ripetuto nel briefing di venerdì).

Quello che è capire è quale sarà il menù dei temi dell’incontro visto che Putin vorrebbe aprire una trattativa a tutto campo che tenga insieme oltre al Donbass la questione del controllo degli armamenti (e su questo Biden ha dato mostra di grande interesse) e la partita in Siria (la posizione filo-ucraina ribadita da Erdogan in settimana ha innervosito parecchio Mosca). Il convitato di pietra sull’Ucraina resta la Polonia che metterà il bastone tra le ruote a ogni tipo di trattativa finché non si chiarirà il destino di North Stream 2 e soprattutto la questione della presa di distanza di Kiev dall’ideologia del nazionalismo di destra ucraino banderista. Zelensky in questa partita, si illude di essere un protagonista, ma resta nei fatti, solo una pedina.