Tutto è pronto qui a Mosca per la giornata nazionale di protesta contro l’arresto di Alexey Navalny. L’appuntamento per l’opposizione è alle ore 14 nella centralissima piazza Pushkin divisa dal Cremlino solo da una porzione di alcune centinaia di metri della Via Tverskaya. La tensione è alle stelle perché se la polizia di Mosca ha promesso la mano pesante contro chi sfiderà il divieto a manifestare, l’opposizione ancora non sa se la mobilitazione riuscirà. Nei giorni scorsi il film prodotto dal “Centro anticorruzione” (la principale delle front organization del partito del blogger anti-sistema) e mandato in onda su Youtube che denuncia l’esistenza di una suntuosa villa del presidente russo del valore stimato di un miliardo di dollari in Crimea ha collezionato ben 65 milioni di visualizzazioni e tre milioni e mezzo di like. Secondo gli esperti il 40% delle visualizzazioni sarebbero avvenute in Russia, un altro 40% nei paesi dell’ex Urss e il 20% nel resto del mondo (il film è sottotitolato in lingua inglese). Tuttavia tra i like e lo scendere in piazza c’è sempre un mare quando si rischia di essere fermati, picchiati, arrestati.
Da parte del governo è stato fatto di tutto per impedire qualsivoglia mobilitazione. Questa mattina, mentre scriviamo, la polizia ha già transennato la piazza e predisposto contingenti di rossguardia e di omon dentro e alle uscite delle tre fermate della metrò nei paraggi della piazza. Nei giorni scorsi sono anche stati posti in stato di arresto amministrativo tutti i leader moscoviti del partito di Navalny, multati tutti i siti che reclamizzavano la manifestazione con la minaccia di chiuderli o di procedere a azioni penali nei loro confronti.
E oggi, sabato, giornata solitamente di vacanza per gli studenti delle superiori, ci sarà lezione. Sono i liceali infatti che furono il nerbo delle manifestazioni anti-governative della primavera del 2017 a essere i settori più temuti, al punto che il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, due giorni fa, ha invitato i genitori a tenerli a casa.
Si tratta di una forza d’urto vasta, di adolescenti non solo del ceto-medio metropolitano esclusi dall’ascensore sociale putiniano degli ultimi anni ma anche i proletari delle periferie che 4 anni fa si riversarono nella “città alta” a ricerca dell’ebrezza del porn-riot.
Per questo l’opposizione ha spostato i massicciamente i propri sforzi negli ultimi giorni per organizzare la protesta sulla controversa app TikTok già usata con successo dagli oppositori cinesi nelle proteste di Hong Kong, che ben si adatta a un uso rapido su smart-phone e difficilmente controllabile dalle autorità. L’ultimo appello a mobilitarsi per Navalny è giunto anche dalla pasionaria del sindacato dei medici Anastasia Vasileva che dall’inizio della pandemia sta denunciando senza posa i limiti e le ombre dell’organizzazione statale del contrasto al coronavirus.
È probabile che alcune delle mobilitazioni più significative possano avvenire lontano dai riflettori della capitale. A San Pietroburgo dove già in settimana ci sono stati presidi di protesta e città tradizionalmente liberal ma anche in alcune realtà della Siberia come Tomsk e Novosibirk dove il partito di Navalny è particolarmente radicato o in estremo oriente a Vladivostok dove soffiano spinte secessioniste. Mentre chiudiamo questo pezzo, proprio a Vladivostok, la “porta bianca” davanti a Cina e Giappone, dove è già primo pomeriggio e la manifestazione dell’opposizione sarebbe già in corso. Secondo Kommesant si sarebbe formato un corteo di circa 3000 persone, soprattutto giovani, ch sta cercando di raggiungere il centro presidiato dai cordoni degli omon. Gli slogan sono: “Putin, ridai indietro la villa!” ma soprattutto il gettonatissimo: “Non abbiamo paura-un-due-tre Putin vattene!” (Ne boimsja odin-dva-tri/Putin ychodi!”.