Kazachstan: tornano gli scioperi

Come avevamo sostenuto già nei nostri precedenti articoli, il movimento operiaio non era stato spazzato via dalla repressione del governo kazako e dalle truppe dell’Alleanza militare a guida russa e avrebbe rialzato sicuramente la testa. Ma mai avremmo pensato che sarebbe successo tanto presto.

Non già quindi richieste salariali o dell’abbassamento dei prezzi come aveva ridotto la faccenda o i sostenitori della”cospirazione occidentale”…forse anc queste tute blù sono agenti della Cia?

In sciopero ad oltranza chiedono anche la fine della persecuzione degli attivisti del sindacato indipendent

Il Movimento Socialista del Kazachstan sostiene nel suo comunicato che “questa svolta nella lotta di sciopero dimostra che il movimento operaio solleverà ora questa richiesta in modo trasversale come parte di quel programma politico, anche se limitato, che è stato formulato a Zhanaozen durante la manifestazione degli scioperanti il 5 gennaio. Ed è questa una rivendicazione che si colle pienamente alla richiesta del ritorno della Costituzione del 1993, che garantiva la libertà di attività sindacale e di sciopero, la costituzione di partiti e una serie di garanzie sul lavoro”.

solo imponendo ciò al governo dal basso, attraverso un movimento di sciopero di massa, a rinegoziare o abolire i contratti vincolati di utilizzo del sottosuolo e gli accordi di condivisione della produzione che hanno fatto sì che due terzi della produzione di petrolio e gas non appartengano al Kazakistan e che due terzi dell’intero settore estrattivo dell’economia siano nelle mani di compagnie straniere. Gli accordi sul trasferimento della metallurgia ferrosa e non ferrosa, delle miniere e delle cave ad Arcelor Mittal Temirtau, Eurasian Group e Kazakhmys Corporation devono essere immediatamente rivisti!”

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