Mosca non crede alle lacrime: botte e arresti per i comunisti novax in piazza






Se ormai non ci sorprendessimo più di nulla diremmo “Caramba che sorpresa!” di fronte alla manifestazione novax, udite udite, organizzata dal Partito Comunista della Federazione Russa, oggi pomeriggio a Mosca.

Proprio così: per protestare contro la decisione del Sindaco Seregy Sobyanin che ha imposto la vaccinazione al 60% del personale che lavora a contatto con il pubblico e al 30% delle personale delle aziende statali qui in Russia non scende in piazza l’estrema destra ma i nipotini di Stalin che da sempre hanno fatto della dietrologia e il cospirazionismo un loro cavallo di battaglia sull’infezione Covid-19.

E così sfidando un caldo torrido che Mosca non ricordava, dicono gli appassionati di statistiche, dai tempi dello zar Nicola II, sono scesi in piazza nella capitale circa un migliaio di persone organizzate dal Partito Comunista della Federazione Russa di Gennady Zyuganov contro la vaccinazione obbligatoria. L’evento, svoltoso in piazza Novopushkinsky si è concluso con la dispersione dei partecipanti, da parte della polizia antisommossa che hanno arrestato qualche decina di manifestanti. Tra questi c’è Nikolai Zubrilin, capo del gruppo al consiglio comunale comunista di Mosca.

Il deputato della Duma di Stato del Partito Comunista Valery Rashkin ha affermato che il suo incontro con gli elettori si era svolto regolarmente nel parco e che le forze dell’ordine hanno violato la legge, ha sostenuto in una intervista al canale televisivo liberale Dozhd. Così i comunisti, dopo aver fatto spallucce quando reprimevano altre tendenze dell’opposizione, hanno a gran voce protestato contro la “democrazia violata”.

La manifestazione si è tenuta nel quadro dell’ormai incipiente campagna elettora per le elezioni legislative del prossimo settembre in cui i comunisti sono decisi a raccogliere anche parte del voto pro-Navalny visto che il partito del populista russo è ormai fuorilegge accusato di essere una “organizzazione terroristica”. I comunisti vorrebbero raccogliere le simpatie di quella parte – maggioritaria – dell’opinione pubblica ancora convinta che il coronavirus sia una “tigre di carta” e non ha nessuna intenzione di vaccinarsi. Non a caso fino ad oggi solo poco più del 15% della popolazione russa si è vaccinata volontariamente e tra questi insegnanti e personale medico. Malgrado ciò difficilmente i comunisti riusciranno ad andare oltre al solito 10-12% visto che Russia Unita è decisa a fare il pieno dei voti.

La situazione, dal punto di vista pandemico, resta difficile in Russia: ieri i casi sono aumentati ancora e i decessi sono stati circa 600. Su questa più di dieci regioni della Russia hanno introdotto la vaccinazione obbligatoria per alcune categorie di cittadini e dal 28 giugno la introdurranno in altre otto regioni della Federazione Russa. Il sindaco di Mosca ha anche deciso che l’accesso ai ristoranti avverrà ora solo si è stati affetti dalla malattia, si è fatto il tampone nelle ultime 72 ore, oppure si sia proceduto alla vaccinazione. L’Unione russa degli industriali e degli imprenditori (RSPP) e la Federazione dei sindacati indipendenti della Russia (FNPR) hanno chiesto al governo di obbligare l’intera popolazione adulta del paese a vaccinarsi.

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