Perchè Biden propone un incontro a “killer” Putin?

In un colloquio tenutosi oggi pomeriggio il presidente Usa Joe Biden ha proposto al suo omologo Vladimir Putin un incontro diretto al fine di discutere i contenziosi aperti tra i due paesi sullo scacchiere internazionale e sulla non proliferazione delle armi nucleari. Questa avance del presidente americano può stupire solo chi ha una visione ideologica e superficiali dei rapporti tra i due Stati.

L’ormai celebre biascicato “Putin, killer” infatti come ora risulta evidente era un richiamo, come abbiamo già fatto notare nei nostri articoli su matrioska.info, una manganellata agli alleati europei e non al capo del Cremlino.

Dopo il capitolo Trump, gli Usa vogliono ricostruire un asse di ferro con la Ue (in particolare con l’asse franco-tedesco) che impedisca qualsiasi dialogo diretto tra paesi del Vecchio Continente e vogliono trattare su “base pragmatica” le relazioni con la Russia. In questo orizzonte si colloca anche la proposta di incontro a due: impedire l’inizio di una trattativa diretta sul Donbass tra europei e Federazione (come si era iniziato a fare qualche settimana fa al telefono tra Merkel, Macron e Putin) rimettendo anche in gioco anche lo scalpitante Volodomyr Zelensky. La Casa Bianca informa che “i capi di Stato hanno discusso di stabilità strategica, controllo degli armamenti, attacchi informatici ai dipartimenti americani, le interferenze nelle elezioni statunitensi e le situazione in Ucraina” ma sottotraccia è evidente che Biden – a meno di novità per ora non immaginabili – stia proponendo una tregua e Putin di qualche settimana: non è un caso che nel comunicato Usa non si faccia alcun riferimento alla querelle Navalny (in sciopero della fame da una decina di giorni). Il presidente americano ha anche proposto che l’incontro si tenga in un paese terzo.

Dovrebbero essere quindi messe in naftalina le minacce ventilate dagli americani di impedire l’uso dei codici SWIFT per le transazioni finanziarie in Russia e altre possibili sanzioni (a cui sulla Moscova sembra si fosse pronti a rispondere con il blocco delle transazioni su piattaforme Visa e Mastercard).

Del resto entrambi i paesi – con la presumibile rallentamento della crisi epidemica – hannonecessità di dare un occhio di riguardo al quadro interno. Per questo, anche se dal Cremlino non è ancora giunta una risposta ufficiale, il niet al meeting, è assai improbabile.

In questo quadro è stato preannunciato un importante discorso di Putin per il 21 aprile prossimo definito da più parti come “strategico”. Si tratterebbe della proposta di un grande piano keynesiano per sostenere i redditi più colpiti dalla crisi di Covid-19 e di un rilancio di grandi “piani nazionali” volti alla costruzione di nuove infrastrutture nel paese annunciate già dal 2018 ma mai di fatto messe realmente in cantiere. Il basso deficit di bilancio e le ingenti riserve d’oro, secondo gli economisti, dovrebbero essere in grado di sostenere programmi che, si vocifera, saranno di ampio respiro.