Sempre più difficile manifestare nella Russia di Putin

DI YURII COLOMBO
Approvate ieri alla Duma di Stato un pacchetto di leggi che renderà ancora più difficile manifestare liberamente il proprio pensiero in Russia. D’ora in poi infatti rischiano fino a 5 anni di reclusione quei “cittadini che raccolgono “nell’interesse di stati stranieri” informazioni militari e tecnico-militari “, la cui ricevuta può essere utilizzata contro la sicurezza della Federazione Russa”. Fino ad oggi esisteva già una norma che imponeva a chiunque ricevesse finanziamento stranieri di segnalarlo in calce all’articolo, pena multe severe.
Diventano legge anche 2 progetti del deputato putiniano DmitrIJ VJatkin, che rafforzano le regole per lo svolgimento di manifestazioni e limitano i diritti dei giornalisti che vi partecipano per motivi professionali.
Il diritto a manifestare, già pesantemente limitato (la richiesta di tenere manifestazioni deve essere fatta con 15 giorni di anticipo e può essere vietata o spostata per insindacabile decisione delle autorità politiche o di polizia) viene ancora più compresso con l’introduzione del “divieto di finanziamento di azioni pubbliche da parte di anonimi, stranieri, ONG straniere, cittadini di età inferiore ai 16 anni e persone giuridiche registrate DA meno di un anno prima della donazione”.
Inoltre la notifica della richiesta di manifestazione dovrà “indicare i dettagli del conto bancario dell’organizzatore utilizzato per la raccolta fondi se il numero stimato di partecipanti supera le 500 persone”. Approvata anche una legge simile a quella ora tanto contestata in Francia, e votata anche dall’opposizione comunista di Zjuganov, “che consente di nascondere i dati personali dei funzionari della sicurezza anche in assenza di una minaccia per la loro vita e salute”.
Sempre più cinesizzato anche il web. Da domani i social saranno obbligati a monitorare e bloccare i “contenuti illegali”, il che, in particolare, significa un insulto alla moralità pubblica e agli enti governativi. Anche in questo caso solo 18 i voti contrari, con l’opposizione parlamentare pronta a limitare quelli che per essa dovrebbero essere diritti vitali.
E come se non bastasse diventerà una responsabilità penale “il blocco di strade e marciapiedi, se ciò causa e/o minaccia per la vita, la salute e la sicurezza dei cittadini o minaccia di distruzione o danneggiamento di proprietà (pena fino a tre anni di reclusione)”.
In un orgia da dittatura libera dello Stato di Bananas il parlamento russo ha voluto regalare ai propri cittadini anche qualche aumento di pena. La diffamazione online nei confronti di più persone, comprese “individualmente indefinite”, potrà d’ora in poi comportare una condanna con reclusione fino a due anni”.