Andrey Konchalovsky, la scomoda autobiografia

DI YURII COLOMBO

ò il genio: “Ci saranno sempre anticonformisti come Tarkovsky e Bresson. Gli anticonformisti hanno dato molto al cinema. Ciascuno, da solo, si è gettato nell’abisso, nella speranza di comprenderne le profonditа insondabili”. Il cinema per Konchalovsky è Kurosawa, è Kalatosov (Quando volano le cicogne), è Buňuel, ma è soprattutto Fellini che il regista accosta a due autori classici della letteratura russa (“Per me i tre grandi – Fellini e gli scrittori Nikolay Gogol’, Andrey Platonov – sono interconnessi. Hanno creato mondi di corpi quasi eterei, personaggi inimitabili e situazioni fantastiche”). Ma il cinema italiano non è solo il cineasta riminese: nel libro viene raccontato come con il primo milione guadagnato in America acquistò i diritti per un remake americano del film di Elio Petri, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto che purtroppo finora non ha portato sugli schermi.

 

La parte più suggestiva del libro è la prima, il periodo “sovietico” di formazione con la scoperta del sesso, la scoperta della macchina da presa, gli incontri segreti a Mosca con Bernardo Bertolucci.