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“Fede e scienza” è uno di quei libri curati nei primi anni ’70 dal mai troppo poco compianto Vittorio Strada per i tipi di Einaudi, che più mancano in quest’epoca così leggere da mettere da parte ogni dibattito teorico che non si riduca all’accademia. Si tratta del dibattito, in essenza, intorno al violento attacco di Lenin che per lungo tempo di volle ridurre a polemica contro la “sinistra” bolscevica degli “Ozvisti” di cui Alexander Bogdanov era allora il più rappresentante più noto. Una polemica tutta politica ma mascherata filosoficamente contro una tendenza che l’allora “kautskiano” Lenin coglieva come massimalista e idealista (al suo interno vi facevano parte anche i “costruttori di Dio” e i simpatizzanti del cosmismo come Anatolij Lunacarskij)? Non solo e non tanto visto che nella sua polemica di “Materialismo ed empriocriticismo” (un altri testo leniniano spesso citato ma scarsamente conosciuto) il rivoluzionario di Simbirsk dimostrava sfacciatamente e in più passaggi un rozzo materialismo “borghese”. In seguito, nel 1938, AntonPannekoek nel suo “Lenin come filosofo” avrebbe messo a nudo con chiarezza questo aspetto. Qui varrà la pena solo di sottolineare l’imprescidibile ampia introduzione ai testi del curatore che ci riportano a vette delle polemica socialista, ormai purtroppo dimenticate.