Lettera di Lenin all’Emiro dell’Afghanistan Amanullah Khan (inedita in italiano)






Tradizione e cura di Yurii Colombo

La lettera di Lenin che qui proponiamo ai lettori di Alias è rimasta inedita in lingua italiana fino ad oggi. In Russo è stata pubblicata per la prima volta in assoluto nella raccolta “V.I. Lenin. Neizevestnye Dokumenty” (Rosspen, 1996). La lettera ha un particolare significato storico e politico. Infatti si tratta di una missiva che conferma la volontà della Russia di sviluppare rapporti di buon vicinato con Kabul, dopo essere stata già la prima nazione a riconoscerne l’indipendenza. Per i bolscevichi si trattò del primo passo nella direzione di quella “svolta a Oriente” che diverrà strategica nel settembre del 1920 con il Congresso per la liberazione dei popoli d’Oriente a Baku. Per quanto riguarda le successive vicende varrà la pena di sottolineare che a distanza di cento anni, l’Afghanistan non è riuscito ancora a liberarsi dai tentativi neocolonialisti di soggiogarlo.

Lettera di Lenin all’Emiro dell’Afghanistan Amanullah Khan

27 novembre 1919

Dopo aver ricevuto una lettera di grande valore da Vostra Maestà tramite il vostro Ambasciatore, Lo stimato Muhammad-Wali Khan, mi affretto a ringraziarvi per il vostro saluto e per la vostra iniziativa di instaurare un’amicizia tra i grandi popoli russi e afgani.

Fin dai primi giorni della gloriosa lotta del popolo afghano per la sua indipendenza, il governo russo dei lavoratori e dei contadini non ha tardato a riconoscere il nuovo ordine in Afghanistan, a riconoscere solennemente la sua piena indipendenza e ha inviato la sua ambasciata per creare un collegamento permanente tra Mosca e Kabul. L’Afghanistan è attualmente l’unico stato musulmano indipendente al mondo e il destino invia al popolo afghano un grande compito storico di unire tutti i popoli musulmani schiavi attorno a loro e guidarli sulla strada della libertà e dell’indipendenza.

Il governo russo dei lavoratori e dei contadini incarica la sua ambasciata in Afghanistan di avviare negoziati con il governo del popolo afghano per concludere accordi commerciali e altri accordi amichevoli, il cui scopo non è solo quello di rafforzare le relazioni di buon vicinato con il massimo beneficio per entrambi i popoli, ma anche di combattere insieme all’Afghanistan il governo imperiale più predatore del mondo, la Gran Bretagna, i cui intrighi, come giustamente sottolineato nella vostra lettera, ancora ostacola lo sviluppo pacifico e libero del popolo afghano e distanziarlo dai vicini più vicini.

Dalle conversazioni con il vostro ambasciatore straordinario, l’onorevole Muhammad-Wali Khan, ho scoperto che siete pronti ad avviare negoziati su accordi amichevoli a Kabul, nonché del desiderio del popolo afghano di ricevere assistenza militare dal popolo russo contro l’Inghilterra. Il governo degli operai e dei contadini è propenso a fornire questa assistenza al popolo afghano su larga scala e a ripristinare la giustizia calpestata dagli ex governi degli zar russi. Abbiamo invitato il vostro ambasciatore e ordinato alle nostre autorità del Turkestan di formare una commissione mista per correggere il confine russo-afghano, nel senso di espandere il territorio afghano, sulla base della legge, della giustizia e della libera volontà delle persone che vivono nelle aree di confine. Speriamo che questa commissione, con la vostra approvazione, inizi immediatamente i lavori per completarla contemporaneamente alla conclusione dei negoziati sull’accordo russo-afgano a Kabul.

Il nostro governo, su richiesta del vostro ambasciatore, si è collegato viaradio con i governi dei paesi vicini per garantire l’ulteriore passaggio dell’ambasciata afgana in Europa e in America, ma, sfortunatamente, gli intrighi della stessa potenza interessata che menzionate nella vostra lettera di alto valore non solo non hanno dato l’opportunità di attuare il piano di Vostra Altezza ma la vostra ambasciata è stata costretta a scegliere un percorso diverso. Porgendole gli auguri del popolo russo, io, a nome del governo dei lavoratori e dei contadini, aggiungo i miei sinceri saluti a voi e all’intero popolo afgano.

Il Presidente del consiglio dei commissari del popolo V. Ul’ljanov (Lenin).

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