Rappresenterà la Russia a Eurovision 2021 che si terrà a Rotterdam in maggio ma lei la sua scommessa l’ha già vinta. Si chiama Manizha Sangin, ha 30 anni, in tasca il passaporto russo ma è giunta a Mosca all’età di 3 anni, nel 1994, dal Tagikistan da dove era fuggita con la famiglia allo scoppio nel paese centroasiatico di una terribile guerra civile. La canzone che porterà al festival della musica europea si intitola “Donna russa” ed è lieve rap dalla sonorità vagamente orientali che si è imposto nella serata finale di selezione trasmessa sul primo canale russo in prima serata l’8 marzo.
La canzone “Russian woman” racconta della “trasformazione della percezione di sé delle donne negli ultimi secoli in Russia”, ha sostenuto Mazhina in una breve intervista concessa a Meduza. Il testo è ispirato a un’agenda femminista contemporanea in cui si satireggia l’idea – ancora ben radicata in Russia – che la donna debba sposarsi giovane e vestire taglie semi-anoressiche per tutta la vita per far piacere al maschio.
Lei invece ha curve morbide, i capelli scuri e i tratti della donna orientale propri delle tagike, che sfidano agli stereotipi del putinismo e del conformismo tardo-coloniale. A Mosca del resto dire tagicchi è come dire da noi marocchini: razza migrante informe di cui non si conoscono (e a volte si disprezzano) le tradizionali culturali e la storia, destinata a svolgere i lavori più umili e mal pagati. “Per me partecipare all’Eurovision è una grande opportunità per parlare al mondo di ciò che è veramente importante per me. Sono tagika, ma la Russia mi ha accettato e cresciuto. Vorrei che il mondo vedesse il nostro Paese come lo conosco io: generoso, aperto, luminoso, diverso da qualsiasi altra cosa”. A Mosca ha studiato in una scuola di musica, ha imparato a suonare il pianoforte, e all’età di 16 anni, ha iniziato a scrivere le sue canzoni e ad esibirsi sotto lo pseudonimo di Ru.Kola. Ma la Mazhina è solo la metà della Mazhina pubblica.
La cantante è impegnata infatti nella solidarietà internazionale: è ambasciatrice della Give Life Foundation, e nel dicembre 2020 è diventata la prima Goodwill Ambassador per i rifugiati delle Nazioni Unite in Russia. inoltre si batte contro la violenza domestica e difende i diritti degli individui LGBT in un paese dove è reato penale “fare propaganda omosessuale”.
Per me è importante aiutare le ragazze e le donne a non aver paura di essere se stesse. Ricevo molti messaggi personali su Instagram da ragazze tagike, uzbeke e kirghise. Mi scrivono della violenza maschile, della loro disperazione…” ha affermato recentemente in un intervista a Kommersant.
Nella stessa intervista, Manizha ha detto che “metà del Tagikistan” la considera una lesbica.“Pensano che se sostieni la comunità LGBT, allora sei decisamente gay. Amo le persone in generale e adoro la comunità LGBT e penso che sia bello sostenerla“, ha detto ancora la cantante. Nel luglio 2020, dopo che aveva pubblicato un post su Instagram a sostegno degli LGBT, migliaia di persone si sono cancellate dal suo profilo…questa purtroppo è ancora in parte la Russia…
E anche questo suo nuovo traguardo non è piaciuto a una parte dell’opinione pubblica del paese. Sui social sono comparsi commenti del tipo “Ma di russi da mandare a Rotterdam non ne sono stati trovati?” e il giornalista putiniano Yuriy Kotenok ha descritto Manizha come “una migrante che ha fatto carriera reclamizzando gli LGBT”. Giudizi sarcastici sono venuti anche dal leader della destra xenofoba Vladimir Zhirinovsky che ha condannato la sua “amoralità”. Il produttore musicale Iosif Prigogine ha detto di “non capire” la canzone “Donna russa”. Secondo lui, del resto, Manizha ha “poche possibilità di vittoria” perché “una ragazza nata in Tagikistan canta il folklore russo in modo molto freddo”. Ma fortunatamente le sono giunti anche messaggi di incoraggiamento: “Manizha andrà all’Eurovision con una canzone sull’empowerment ed è una cosa meravigliosa” ha twittato la femminista e artista Daria Serenko subito aver saputo che era stata selezionata.