La Russia che resiste torna in piazza per la liberazione dei detenuti politici






La Russia che non ci sta e che resiste torna in piazza. A Mosca e a San Pietroburgo moltissime donne sono scese in piazza in occasione della festività di San Valentino tenendo “catene della solidarietà” per tutti i detenuti politici. La scelta di fare delle catene umane di sole donne è dettata dalla necessità di rompere la cappa repressiva dopo che nelle scorse settimane erano stati fermate più di 10 mila persone in tutto il paese, mentre oltre 1000 si trovano agli arresti amministrativi e un centinaio saranno portate in tribunale con il rischio di subire pesanti condanne penali.

La foto di  Irina Slavina, alla catena umana a Mosca, la donna che è si è bruciata viva quest’autunno per protestare contro il regime.

A Mosca sono giunte in tarda mattinata sulla celebre via pedonale Arbat alcune centinaia di donne che hanno formato un lungo serpentone lungo tutta la via tanto amata dai turisti stranieri: “Libertà per tutti i detenuti politici” e “l’amore è più forte della paura” erano le parole d’ordine più gridate . Molte tenevano in mano cartelli con i nomi di amici e fidanzati arrestati in queste settimane. Stessa iniziativa nella Venezia del Nord, San Pietroburgo, che si è tenuta non lontano dall’Università di Stato. Iniziative simili, da parte dei migranti e della diaspora russa si sono tenute in Florida e in Austria.

La formula delle “catene della solidarietà” era stata messa a punto con successo quest’estate dalle donne di Minsk,  nei giorni successivi alla feroce repressione della polizia di Lukashenko per spezzare l’isolamento e la paura.

In queste ore stanno per essere lanciate anche iniziative fattive di solidarietà per chi sta in galera come la raccolta di soldi per pagare le spese dei legali e un servizio di pasti caldi per chi è agli arresti amministrativi.

Nel video si grida “Libertà per i detenuti politici”

A Kazan invece, la capitale della Repubblica del Tatarstan, si è tenuto un meeting intitolato “contro le detenzioni, le repressioni e i cambiamenti nella legislazione elettorale”.

Nel video la manifestazione di Kazan

Secondo il canale televisivo Dozhd hanno partecipato malgrado oggi il termometro fosse abbondantemente sotto i 20 gradi, oltre mille persone. Tra le organizzatori c’erano i partiti liberali di Yabloko e Parnas ma anche della sinistra come Fronte di sinistra di Sergey Udalzov e le attiviste formazione della trotskista Sozalternativa.

“Dobbiamo andare avanti e organizzare anche proteste più consistenti come gli scioperi” dice Evelina militante di Sozalternativa che regge uno striscione in cui è raffigurato Putin e in cui è scritto “Al nuovo zar diamo un nuovo 1917”.

Lo striscione di Sozalternativa che recita “Al nuovo zar, un nuovo 1917”

Il quotidiano moscovita Kommersant nella sua cronaca delle’iniziativa, ha osservato che a Kazan si è verificato un caso unico di coordinamento di un’azione politica tra forze politiche diverse che si potrebbe ripetere anche per le prossime elezioni legislative che si terranno quest’autunno. Al termine della manifestazione mentre la gente si allontanava alla spicciolata sono entrati in azione gli Onom manganellando e fermado qualche decina di dimostranti. OVD-Info segnala che tra i fermati ci sono tre militanti di Sozalternativa: Anastasia Pazukova, Ksenia Bezdenaya e Memoda Dzavina. Per questa sera sono inoltre previsti flash-mob in varie città della Russia sempre al fine di denunciare la cappa di paura che il regime vorrebbe imporre al paese.

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