Inesorabile, Covid-19 sta avvolgendo la Russia nella morte e nel dolore. Oggi i nuovi casi accertati sono stati oltre 28 mila con 974 morti, anti-record assoluto di decessi dall’inizio della pandemia. Tale drammatica situazione è il prodotto di molti fattori non ultima un’opinione pubblica titubante e largamente cospirazionista e no-vax. Tuttavia tali posture sono state favorite dal governo e dal Cremlino che hanno minimizzato sempre il pericolo del coronavirus, sviluppato una fiacca campagna per la vaccinazione (ufficialmente si afferma ora che il 30% della popolazzione avrebbe asunto le due dosei del vaccino) e che e non agito con solerzia soprattutto, nelle provincie, per rafforzare i presidi sanitari.
Si pensava però che dopo le elezioni alla Duma, Putin avrebbe preso comunque le misure necessarie per frenare il contagio. Cosa però che non è invece avvenuta. L’impossibilità di approntare misure speciali di welfare, la situazione economica tutt’altro che rose malgrado i prezzi record di petrolio e gas oltre che il timore di andare di contropelo nei confronti di una popolazione sempre più simpatetica alle opposizioni, hanno spinto la presidenza all’immobilismo più assoluto: rotto solo parzialmente oggi dall’intervento dello “Zar” alla prima seduta della nuova Duma. Putin ha sostenuto con enfasi che «il principale problema per la Russia è il basso reddito dei cittadini». Il presidente russo, per risolvere questo problema, in particolare, ha proposto di passare all’indicizzazione del capitale per le madri di bambini piccoli non in base alle previsioni, ma in base all’inflazione effettiva dal 2022. Ha inoltre affermato che il calo demografico resta una e vera e propria spada di Damocle per il prossimo futuro visto che nel paese più grande della Terra vivono ormai solo circa 144 milioni di persone.
Rivolgendosi ai deputati, il presidente ha definito importante che le loro iniziative legislative siano legate agli obiettivi di sviluppo nazionale e che “tutti agiscano insieme per il bene comune”. Una “unità nazionale” in salsa russa che aspira a rendere “ragionevole” più di quanto già non sia, il gruppo parlamentare comunista, uscito rafforzato malgrado i brogli dall’ultima tornata elettorale.
Putin ha proposto di creare un sistema integrale di sostegno alle famiglie con bambini, “dal momento in cui la futura mamma in attesa ancora la nascita del bambino, e fino a quando il bambino non finisce la scuola.” Il Presidente ha spiegato che il lavoro in questa direzione sta procedendo per tappe, e ad ogni passo sono previste opportunità di finanziamento incondizionato.
Putin ha osservato che l’inflazione quest’anno supererà il livello previsto del 5,8% e non ha potuto nascondere che sta colpendo duramente i settori più poveri della popolazione. “Propongo, a partire dal 2022, di passare anche all’indicizzazione del capitale di maternità non secondo le previsioni, ma secondo l’inflazione effettiva dell’anno precedente”, ha affermato. Secondo il presidente, nel bilancio del Paese ci sono fondi sufficienti per indicizzare le prestazioni sociali in base all’inflazione effettiva.Putin ha anche promesso che le pensioni continueranno ad aumentare in futuro anche se per ora sono rimaste di fatto inchiodate ad assegni mensili medi di 150 euro e troppi pensionati sono costretti a continuare al lavorare. Come la signora che si occupa della portineria con due turni alla settimana di 24 ore al giorno in un palazzo del quartiere “benestante di Sokol Mosca. “Sono solo 180 euro al mese alla fine – afferma sconsolata Natalya – ma mi permettono di rimpinguare la pensione”.