La nuova escalation nel Donbass






La nuova escalation nel Donbass e la  posizione dei socialisti
DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALISTA RUSSO

In questi giorni, una nuova guerra nel Donbass potrebbe diventare una spaventosa realtà spaventosa. Dall’inizio di marzo gli scontri sono aumentati e le informazioni sulla concentrazione delle truppe russe al confine sono già state indirettamente confermate dall’addetto stampa di Putin Dmitry Peskov. Sono entrati in crisi anche gli strumenti diplomatici che in precedenza frenavano il confronto aperto. L’ultimo “quartetto della Normandia” si è incontrato senza la partecipazione dell’Ucraina e Minsk non sembra più un spazio neutrale dove sia possibile continuare i negoziati tra Russia e Occidente.

Inoltre, anche la posizione è cambiata americana: mentre Trump credeva che gli americani non dovessero essere coinvolti attivamente negli affari europei, Biden ha un atteggiamento completamente diverso. Nella stessa Ucraina, Vladimir Zelensky ha chiaramente puntato sulla mobilitazione nazionalistica chiudendo diversi canali televisivi filo-russi. Per la Russia, il Donbass è stato e rimane una leva fondamentale di pressione sull’Ucraina, che si attiva quando altre forme di intervento smettono di funzionare. Negli ultimi anni il Donbass e Lugansk sono stati posti completamente sotto il controllo dell’esercito e dei servizi speciali russi, che hanno eliminato fisicamente i più influenti signori della guerra locali. Una nuova guerra in questo spazio territoriale sarebbe uno scontro tra due eserciti, l’esercito ucraino (sostenuto dalle armi occidentali) e l’esercito russo.
Non ha senso discutere a quale dei due fronti porterebbe più vantaggio questa guerra. Quando le parti sono disposte a usare le armi per risolvere i loro problemi interni, una provocazione accidentale o deliberata di uno dei due campi potrebbe dare inizio a un massacro in cui non ci sarebbero vincitori tra la gente comune. Da parte russa, la guerra è ormai difficile da coprire con slogan umanitari: è pura lotta per l’influenza geopolitica. E la frenetica propaganda “patriottica” e militarista sarà da sfondo per l’ulteriore rapina del popolo e la repressione di eventuali dissidenti.
Il nostro principale nemico, ovviamente è nel nostro paese, è il regime di Putin e dei suoi amici con le loro fortune miliardarie. No war, but a class war!

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