Il partito di Navalny dichiarato organizzazione terroristica






Rosfinmonitoring (l’istituzione statale che monitora le attività politiche in Russia) ha deciso di introdurre il partito di Alexey Navalny nell’elenco delle organizzazioni in relazione alle quali “si possiedono informazioni sul loro coinvolgimento in attività estremiste o terroristiche” assieme a ben più rinomate formazioni come Al Qaida o Al-Shabaab Al-Islaam. La decisione non giunge a sorpresa. Il 16 aprile, l’ufficio del procuratore di Mosca aveva intentato una causa presso il tribunale della città per includere la sede di tale partito dell’opposizione e di due sue front organizations, la “Fondazione anticorruzione” e la “Fondazione per la protezione dei diritti dei cittadini”, nella lista nera delle organizzazioni “finanziate dall’estero” (stessa cosa è successa al noto portale liberale Meduza che non potrà più fare raccolta pubblicitaria in Russia e rischia la chiusura).Qualche minuto dopo è giunta la notizia che Navalny è diventato uno dei sospettati, assieme ad alcuni membri del suo entourage in un procedimento penale sulla creazione di una ONG che viola la personalità e i diritti dei cittadini. Per tali accuse si può essere condannati fino a 4 anni di detenzione ai lavori forzati. Queste misure giungono nel momento di massima tensione tra Russia e Occidente. Una tensione che avrebbe raggiunto, come ha riconosciuto lo stesso ex-presidente russo Dmitry Medvedev, ormai i picchi del dopoguerra, come, per esempio, in occasione della crisi dei missili a Cuba nel 1962.

Proprio oggi è venuto a sapere che il Consolato americano a Mosca a deciso di non rilasciare più visti per l’ingresso negli Usa. “A partire dal 12 maggio – si legge nel comunicato ufficiale diramato – l’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca ridurrà il numero di servizi consolari forniti, tenendo in essere solo i servizi di emergenza per i cittadini statunitensi e un numero limitato di visti per immigrati in caso di scadenza, così come visti per immigrati in caso di minaccia di vita o morte () i visti per viaggi invece non diplomatici verranno revocati”.

L’ambasciata rileva che i servizi devono essere interrotti a causa della notifica da parte del governo russo “dell’intenzione di vietare alla missione statunitense in Russia di assumere cittadini stranieri a qualsiasi titolo”. “Ci rammarichiamo che le azioni del governo russo ci abbiano costretto a tagliare il nostro personale consolare del 75% e cercheremo di offrire ai cittadini statunitensi quanti più servizi possibile”, si legge ancora nel messaggio. Per i cittadini statunitensi che si trovano in Russia con un visto in scadenza, l’ambasciata consiglia vivamente di lasciare il paese entro il 15 giugno. Nel gioco delle ritorsioni reciproche è prevedibile che la Federazione prenda misure analoghe nei confronti dei cittadini americani che volessero visitare la Russia. Una china pericolosissima che potrebbe a breve diventare realtà anche nelle relazioni Europa-Russia.

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